Gli affascinanti ruderi della chiesa di San Nicola, in una lussureggiante vallata percorsa dal rio Silanis, si impongono nel panorama romanico sardo per la perfetta tecnica di taglio della pietra e la particolare purezza delle forme architettoniche.
La chiesa ha pianta trinavata ed è costruita interamente in conci calcarei tagliati e messi in opera con estrema cura. Fu costruita prima del 1122 per volontà di Furatu de Gitil e della moglie Susanna de Lacon-Zori, appartenenti alla cerchia aristocratica del regno di Torres. In quell'anno i due coniugi la donarono all'abbazia Montecassino, come dipendenza dell'abbazia di Nostra Signora di Tergu. L'iscrizione funeraria incisa nella facciata è pertinente proprio a membri della famiglia degli Zori. La fabbrica fu diretta probabilmente da un maestro di formazione lucchese. Assieme al San Pietro di Sorres è l'unica chiesa romanica sarda voltata a crociera anche nella navata centrale.
La superstite navata a N conserva le volte a crociera con sottarco di separazione. L'abside è orientata insolitamente a N/O. I muri divisori sono formati da pilastri a sezione quadrangolare dai quali si innalzano le arcate. Nel fianco settentrionale una porta architravata, con arco di scarico a tutto sesto, consentiva di accedere al campanile a canna quadrata, ora mutilo.